Dalla cronemica all'aptica. La percezione del tempo e dello spazio per una didattica interculturale
La percezione del tempo è un prodotto culturale e, in quanto tale, cambia da cultura a cultura. Quando scolari e studenti stranieri vengono a sedersi fra i banchi delle scuole della cultura occidentale non sempre ci rendiamo conto che essi hanno una percezione del tempo, ma anche dello spazio, diversa dalla nostra e che quindi faticano a comprendere i nostri ritmi, le nostre ricorrenze, i nostri stili di vita. Non solamente il linguaggio verbale, dunque, va tenuto in considerazione per abbattere le barriere fra le culture bensì anche il linguaggio non verbale, di cui fanno parte il tempo e lo spazio, con le loro specifiche discipline della cronemica, della prossemica e dell'aptica. Questo libero è dunque uno srumento utile per cercare di trattare il tema della intercultura con una ottica che non dimentichi le dimensioni del tempo e dello spazio che innervano le nostre vite anche in modo maggiore di quanto lo faccia il mero linguaggio verbale.
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