Magnifica vertigine
"Ansia d'eternità e di presente futuribile nella Magnifica vertigine di Giovanni Di Stefano, riferendomi a quel suo ardente desiderio di identificarsi con il bello dell'oggetto contemplato per essere libero ed incorrotto, al di là del tempo e della natura di uomo. Il concetto di eternità come bellezza non inteso da un punto di vista irrazionale, perché ad esso aspira un giovane uomo che tende ad elevare i propri sentimenti quotidiani, trovando nel riscontro della nullità delle cose terrene l'impulso verso quel bello; un concetto, quindi, che non si fonda su un'astrazione ma sorge da una limpida ed attenta visione della realtà..."
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