Diritto di resistenza. Come fare la rivoluzione attraverso il diritto
Dall'Antigone di Sofocle a Carola Rackete il rifiuto di obbedire alla legge ingiusta e l'obiezione di coscienza contro il potere hanno attraversato la storia dell'umanità. E il «preferirei di no» di Bartleby, lo scrivano di Melville, ha messo in dubbio certezze consolidate. Nel tempo, il diritto di resistenza è entrato persino in alcune costituzioni dopo che la carta fondamentale della rivoluzione francese del 1793 stabilì che «quando il governo viola i diritti del popolo, la ribellione è per il popolo e per ogni sua parte il più sacro dei diritti e il più indispensabile dei doveri». Ma qual è il rapporto quotidiano tra resistenza e diritto? La legge è fatta per reprimere dissenso e resistenza o può essere veicolo di cambiamento e, addirittura, di rivoluzione? Ripercorrere alcune esperienze storiche e riandare ai fondamenti di tale rapporto apre scenari interessanti e inediti.
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