La voce dell'elefante
Siamo nel 1979, in un quartiere del ceto medio di Dakar. Bintu ha quattordici anni, vive con la famiglia e la nonna paterna, Nagnouma, detta M'ma, arrivata dalla Guinea qualche anno prima. È la prima e l'unica nonna con cui Bintu entra in contatto e ciò sconvolge la sua routine quotidiana. L'anziana donna non si è portata dietro soltanto una lingua, una cucina e una cultura con le quali Bintu entra spontaneamente in simbiosi. M'ma si è portata dietro anche una parte di sé che la ragazza non riesce a cogliere del tutto: la sua ossessione per i discorsi del leader Ahmed Sékou Touré, detto "l'Elefante", temibile leader della Guinea indipendente, ascoltati sulle frequenze di La Voix de la Révolution; il suo fervore nell'accoglierlo a Dakar; i suoi sonni irrequieti, quando piange e chiama con la voce rotta un nome: Karamokho. per la famiglia di M'ma l'Elefante non è stato solo una voce: col ritorno di Karamokho, che il padre di Bintu riesce a "riavere" dall'Elefante e a portare a Dakar, si svela infine il dramma di M'ma, e l'intreccio di politica e tradizioni che ha contrapposto in una lotta mortale due famiglie nella Guinea, e del Senegal, dell'era delle indipendenze.
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