E il topo rise

E il topo rise

Cinque capitoli, cinque piani narrativi diversi (storia, leggenda, poesia, fantascienza e diario): "E il topo rise" è un eccellente esperimento letterario, dove s'intrecciano sapientemente presente, passato e futuro. A Tel Aviv, ultimo giorno del 1999, un'anziana donna ebrea narra alla nipote le sue terribili esperienze infantili durante l'Olocausto. All'età di cinque anni, per sottrarla alla deportazione, viene affidata dai genitori a una famiglia di contadini di uno sperduto villaggio polacco, che l'accolgono non certo per solidarietà ma dietro compenso economico. Per un anno intero la piccola rimane nascosta nel buio e nel silenzio di un pozzo, con poco cibo e ripetutamente violentata dal figlio dei contadini. Ha come unico compagno un topo. Quando i genitori della bambina non possono mandare più soldi, la moglie del contadino la porta dal parroco del paese, istigandolo a ucciderla. Ma padre Stanislaw, rischiando la vita, la nasconde nella sua chiesa e la salva. La nipote, il giorno dopo, siamo già nel 2000, racconta all'insegnante la storia della nonna sotto forma di favola, "La bambina e il topo". Da allora in poi la favola diventa mito, anche attraverso Internet, e nel 2099 grazie agli studi di un'antropologa alla ricerca dell'origine di questa leggenda, ritroviamo il diario di padre Stanislaw, che ha affidato alla scrittura il compito di ricordare. Prefazione di Furio Colombo.
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