Fino a dopo l'equinozio
Libro fondamentale per accostarsi alle opere in prosa di Sōseki e al loro stile narrativo, Fino a dopo l’equinozio conferma la straordinaria abilità del creatore del romanzo giapponese moderno nel descrivere con delicato struggimento le passioni che tormentano l’animo umano.«Sōseki è geniale nel descrivere le anime in tormento.» – The Wall Street JournalKeitarō è un ragazzo romantico, geneticamente insofferente alla mediocrità e con un’ardente passione per l’inusuale. Da quando ha terminato l’università, però, la vita non gli ha concesso nulla di romanzesco. Lo ha portato soltanto a recarsi a casa di sconosciuti per consegnare lettere di raccomandazione e a trascorrere, nella pensione per scapoli in cui dimora, il resto delle ore nell’indolenza più assoluta. Nella pensione vive anche Morimoto, un uomo oltre la trentina di una magrezza impressionante e dall’occupazione misteriosa, capace di narrare con estremo garbo racconti cos∞ strani da poter essere assimilati a storie di fantasmi. Quando rientra dal lavoro, Morimoto non tralascia mai di indossare un abito nuovo fiammante con la giacca dall’ampio bavero, per poi riuscire stringendo in mano uno strano bastone da passeggio di bambù, dall’impugnatura a forma di serpente con la bocca spalancata, come se stesse per inghiottire qualcosa. Un giorno, però, Morimoto scompare all’improvviso senza pagare l’affitto della pensione, lasciando il suo bastone da passeggio là dove lo ha sempre riposto, nel portaombrelli davanti all’ingresso. Sulla scrivania della propria stanza Keitarō trova una lettera in cui l’ex bizzarro ospite della pensione lo esorta ad appropriarsene e a farne buon uso. Un consiglio che si trasforma per il ragazzo in una persecuzione tale da spingerlo a preoccuparsi della sua salute mentale.