La buona società
«Manhattan, fine anni Trenta. Jazz, locali notturni, donne fascinose, uomini ricchi e incontri che possono cambiarti la vita. Il mondo frivolo e dissoluto della società glamour newyorchese» - la Repubblica «Magnifico. Un romanzo intelligente, brillante e seducente» - David Nicholls, autore di Un giorno È la notte di capodanno del 1937 all’Hotspot, un night club del Greenwich Village a New York. In fondo a una pista da ballo piccola e vuota, un quartetto jazz suona stancamente. A un tavolo appartato, Evelyn Ross e Katey Kontent ostentano senza problemi la loro giovanile e spensierata avvenenza. Avendo in borsa una decina di centesimi ciascuna e in testa l’idea di continuare a bere, si apprestano a fare gli occhi dolci al contrabbassista o al barista di turno quando un giovane uomo fa il suo ingresso nel locale. Capelli castani e occhi azzurri, cravatta nera e un bellissimo cappotto appoggiato al braccio, il giovane ha tutta l’aria del tipo che è stato educato a forza di quattrini e buone maniere. È, infatti, Theodore Grey, detto Tinker, banchiere a Wall Street e, di lì a poco, l’uomo del destino per le due ragazze, colui che le condurrà nella «buona società» newyorchese della fine degli anni Trenta, prima che tutto precipiti nel baratro di una guerra i cui venti spirano già in Europa.
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