La sottile linea rossa

La sottile linea rossa

1942, Arcipelago delle isole Salomone. Nelle prime, tiepide ore del mattino di una bella giornata tropicale, due navi americane da trasporto si avvicinano all'isola di Guadalcanal, occupata dai giapponesi. Per i loro equipaggi non si tratta d'altro che di una missione ordinaria: trasportare truppe fresche di rinforzo. Ma per i fanti che formano il carico delle navi questo viaggio non è né ordinario né noto. Ammassati sul ponte come pecore, gli uomini accendono le sigarette e scrutano la riva. E una bella vista, quella che si gode dal ponte. Sotto il fulgido sole tropicale del mattino una brezza marina agita le fronde delle minuscole palme da cocco dietro la spiaggia grigiastra dell'isola più vicina. Si direbbe che nulla possa scalfire questo paradiso terrestre, se un'ansia profonda, un'incontrollabile eccitazione nervosa non si impadronissero degli uomini a bordo. Vengono da una divisione regolare d'anteguerra, ma non hanno mai avuto un battesimo del fuoco. Mentre si preparano allo sbarco sanno che un certo numero di loro rimarrà sull'isola, privo di vita, non appena vi metteranno piede. Ignorano, tuttavia, la sorte che spetterà ai sopravvissuti, una volta inoltratisi all'interno di Guadalcanal: una sorte fatta di malaria e colera, scarsità d'acqua e di rifornimenti, e continue, snervanti, micidiali schermaglie coi giapponesi. Ferito e decorato sul campo durante la battaglia di Guadalcanal, con "La sottile linea rossa", James Jones, l'autore di "Da qui all'eternità", offre ai lettori uno dei romanzi più autentici sulla Seconda guerra mondiale, oltre che uno dei più riusciti ritratti della generazione di giovani uomini segnata da quell'immane conflitto.
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