La dama del kashmir

La dama del kashmir

Tutto ha inizio da una sedia a rotelle, immersa nel buio sul marciapiede deserto di un vicolo di Barcellona. Francisco Balmes detto Paquito, rappresentante di bigiotteria sposato e senza figli, ha la sfortuna di passare da quelle parti e di incrociare lo sguardo dell'uomo che è sopra quella sedia: un invalido ancora ben messo, con belle braccia muscolose, collo taurino e un'aria di solitudine, quasi di tristezza antica. Come una suora della carità, Paquito aiuta l'uomo ad attraversare la strada. Tutto precipita in pochi istanti: nel punto più buio del vicolo l'invalido si alza in piedi. Niente più sedia a rotelle, niente più gambe che cedono. Solo le braccia muscolose, il collo taurino, lo sguardo cattivo. Piazzandogli la lama di un coltello alla gola, l'uomo gli intima di dargli tutto. Paquito gli consegna portafogli, fermacravatta, un anello, ogni cosa che possiede... eccetto un rubino, grande e rosso come un'ultima lacrima di Cristo, che porta alla mano sinistra. Per difendere quel rubino, Paquito muore: un taglio netto al pomo d'Adamo cosparso di Eau de Rochas. Seguendo le tracce di quel gioiello, in un'inchiesta in cui si susseguono una serie di omicidi inspiegabili.
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