Io confesso
Un negozio nel cuore della vecchia Barcellona, pieno di oggetti antichi e manoscritti rari. E qui che, alla metà del '900, Adrià Ardèvol cresce sotto lo sguardo del padre antiquario, uomo dal cuore freddo e dai molti segreti. E intelligente, Adrià , forse troppo, e lo studio costante lo porta, nel volgere di pochi anni, a imparare tredici lingue e a suonare il violino come un virtuoso. Ma il giorno in cui il padre Fèlix muore assassinato per strada, sarà proprio il violino - un prezioso Storioni del 1700 che il ragazzo ha scambiato con uno strumento di nessun valore - a risvegliare in Adria il sentimento di una colpa che ha radici lontane, e che forse ci riguarda tutti. Perché sono gli oggetti - lo Storioni, una medaglietta d'oro del Medioevo, un vecchio cencio sporco e strappato - a spalancare le porte del passato, e a convocare i testimoni dimenticati di una storia densa di violenza e sopraffazioni, che dalle torture dell'Inquisizione ai convogli piombati di Auschwitz si ripete inesorabile attraverso i secoli.
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