La memoria in tasca. Taccuini, immagini, parole
«Piccol libretto»: così Leonardo da Vinci definisce il taccuino che l'artista avrebbe dovuto portare con sé ogni giorno, pronto a catturare sulle sue carte, attraverso parole e immagini, quanto di più interessante gli si fosse aperto davanti agli occhi. Strumento di lavoro ancora oggi tra i più diffusi, nel corso dei secoli il taccuino è diventato una presenza costante sul tavolo di lavoro di scienziati, umanisti, tecnici. Si tratta di un oggetto d'uso comune, familiare. Ma cosa è veramente un taccuino? Di vario formato, pieno di disegni, diagrammi, numeri, schizzi e parole, a volte simile a un diario senza però esserlo, la sua multiforme natura lo rende un oggetto sfuggente. Dai papiri egiziani sino al Libro dei sogni di Fellini, questa ricerca si propone di tracciare una storia del taccuino, con le sue molteplici trasformazioni e contaminazioni. Dall'appunto su supporti mobili, pergamene o manoscritti, al taccuino comunemente inteso, linguaggio visivo e linguaggio verbale si accostano e si intrecciano nel corso dei secoli. Attraverso la loro costante interazione l'uomo ha cercato di comprendere la realtà che lo circonda, e di spiegarla. Tra i molti esempi esistenti, una particolare tipologia di taccuino è posta al centro di questo libro: quella dedicata allo studio delle opere d'arte. Proprio perché è nello studio dell'immagine che i due linguaggi assumono rapporti mutevoli e ricchi di implicazioni. Attraverso una casistica che va da Leonardo a Goethe, da Pisanello a Delacroix, da Ruskin a Burckhardt, intrecciata alle esperienze di scienziati come Réaumur o registi come ?jzenstejn, il libro racconta le soluzioni utilizzate per leggere un'opera d'arte, costanti e variazioni impiegate per tradurre sulla pagina un'immagine. Un cammino secolare che si spinge fino al tempo presente, ai nuovi stimoli offerti dalle tecnologie informatiche che non hanno interrotto l'utilizzo di questo piccolo strumento di lavoro, la cui storia non si è ancora conclusa.
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