Benvenuto Ferrazzi. La mia vita da bohemien. Dal socialismo umanitario al neorealismo cinematografico, uno spaccato sociale e culturale dell'Italia degli inizi del secolo ventesimo
Benvenuto Ferrazzi (1892-1969) è stato un artista controverso e la sorte critica della sua opera segnata da contraddizioni. L’autobiografia è il racconto di un eccentrico testimone dei grandi eventi sociali, economici ed artistici della sua epoca, partecipe della sofferenza del prossimo e della lotta per la sopravvivenza in una grande città in fermento da poco divenuta Capitale. Roma infatti è il teatro privilegiato della trasformazione storico-economica e sociale di un’epoca descritta nell’arco di cinquant’anni che cita nomi, fatti e luoghi visti attraverso gli occhi del popolo. La storia è quella italiana della Grande Guerra, la marcia su Roma, il rinnovamento urbanistico, le esposizioni del Ventennio, la Seconda Guerra Mondiale e il bombardamento di San Lorenzo. Sfilano donne e uomini di malaffare, anarchici, regicidi, figure caritatevoli, frati, chiostri conventuali, osterie, stamberghe, case chiuse, accademie e atelier d’artisti. Attraverso le centinaia di esperienze narrate e le brevi cronache riportate Benvenuto rappresenta ambiti e situazioni estreme e umanamente molto crude. Si para davanti al lettore una carrellata di scene picaresche e di macchiette così come di personaggi eccellenti quali la Regina Madre in visita a Roma, e ancora Mussolini, Ettore Petrolini, Trilussa, Giulio Aristide Sartorio, Paolo Mussini, Alberto e Anton Giulio Bragaglia, Ferruccio Ferrazzi, Enrico Prampolini, Cipriano Efisio Oppo, Angelo Zanelli, Vincenzo Jerace, Ercole Rosa, Massimo Bontempelli, Federico Hermanin, Antonio Muñoz, Filippo Tommaso Marinetti e molti altri.
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