Il diario del giovane Federico
L'autore di questo "Diario" è uno dei pochissimi, tuttora viventi, che nell' autunno del 1942, studenti universitari, ricevettero la cartolina-precetto per frequentare un Corso accelerato di sei mesi per sottotenenti di complemento, ed essere inviati, subito dopo, in una zona di guerra. Rifiutatosi di aderire alla Repubblica sociale costituita da Benito Mussolini, iniziò presto per lui un lungo periodo di vicende drammatiche, che dovette affrontare con tanti altri giovani fermamente decisi a non collaborare con l' esercito tedesco, sorretti dal desiderio che, caduta la dittatura fascista, il popolo italiano avrebbe potuto organizzarsi democraticamente. E riunitisi in gruppi partigiani, con l'aiuto dell' esercito inglese, contribuirono, con la loro dedizione totale, alla liberazione dell' Italia. Purtroppo nel settembre del ' 44, quando l' esercito tedesco in Italia fu costretto ad arretrarsi e costituire la linea gotica di difesa nella regione tosco-emiliana, con l'organismo stremato da sacrifici e privazioni, dovette abbandonare la lotta partigiana, riuscì a raggiungere la sua famiglia residente a Foggia, e dopo qualche settimana, per una grave tubercolosi al polmone destro, fu ricoverato in un ospedale sanatoriale dal quale poté essere dimesso soltanto nella primavera del 1948. Poté descrivere in un "Diario" le difficili traversie, le lotte cruente che i gruppi partigiani ai quali appartenne dovettero sostenere contro le truppe tedesche e la milizia fascista.