Il collasso della coscienza borghese. Dall’uomo della folla all’uomo senza qualità
Secondo Horkheimer la tendenza ormai inarrestabile è verso il collasso della soggettività, di ogni soggettività, a partire da quella borghese, verso «il trionfo della macchina senza conducente». Il saggio di Gianfranco Manfredi analizza questo processo di crisi dell’identità borghese per come è stato espresso in letteratura, dall’Uomo della folla di Edgar Allan Poe, all’Uomo senza qualità di Robert Musil. La tesi del saggio è che la crisi sia avvenuta in parallelo al grande sviluppo urbanistico e all’avvento della società di massa. Si percorre una galleria di figure borghesi raccontate nei romanzi (dall’industriale al finanziere, dagli intellettuali agli impiegati), e si prendono in esame i temi più diffusi: l’attivismo e la noia; i salotti come luogo d’incontro e come frastornante accumulo di mobilia; le feste, i divertimenti e lo scivolare nella solitudine; la rincorsa al nuovo e alla moda, il rifugio nel rimpianto e nella nostalgia. Ne risulta un appassionante excursus attraverso i maestri della letteratura: Poe, Stevenson, Flaubert, Balzac, Zola, Kafka, Proust, Joyce, Pirandello, Musil e molti altri autori che hanno incentrato le loro opere sul tema dell’io e della coscienza individuale, in un mondo in continua e rapida trasformazione.