Sentimenti dell'aldiqua. Opportunismo, paura, cinismo nell'età del disincanto
Per riattivare un pensiero critico all’altezza delle trasformazioni intervenute negli ultimi quarant’anni, occorre esaminare da vicino il punto in cui convergono tutti i mutamenti (della politica, del lavoro, della cultura): i sentimenti di questa età del disincanto e, in particolare, tre figure-cardine, la paura, l’opportunismo, il cinismo. Sono le maschere dell’età contemporanea, le risposte sintomatiche a uno sradicamento senza precedenti: le nuove tonalità affettive di una Terra messa a disposizione del sistema di produzione neoliberale. Ma il libro parte proprio dal profilo ambivalente e sovversivo delle «passioni tristi» di fine millennio. Poiché l’opportunismo è anche il pathos necessario per il carpe diem di chi rovescia l’ordine costituito. Il magma indistinto tra paura e angoscia è linfa vitale per non assuefarsi a un mondo organizzato secondo le categorie del mercato. Il cinismo può animare lo sguardo verso la macchina economica che promette progresso e invece costringe a nuove schiavitù. Erano gli anni Ottanta, gli anni del neoliberalismo e della «Milano da bere», del thatcherismo e della controrivoluzione. Questo libro ci permette di fare i conti con quel periodo, illuminando le radici della scena politica contemporanea, del lavoro precario e del populismo complottista, della fine della storia e della guerra senza fine. Oggi più che mai un libro necessario.