Un prete sull'Argine. Volti e ricordi della mia gente di Romagna
Ancora seminarista, don Francesco iniziò a collaborare al «Frontespizio» di Piero Bargellini e sua madre non riusciva proprio a capire come si potesse guadagnare qualche soldo dalla penna. Arrivarono poi le collaborazioni al «Resto del Carlino» e all'«Osservatore Romano» e i suoi elzeviri divennero i più gettonati perché la sua prosa sapeva di «Ronda» e di Manzoni, ma anche di tanta saggezza dato che i preti - come scrisse don Umberto Colombo - hanno un modo tutto speciale di leggere la storia e sanno vedere Dio nella favola del mondo. Con il 'Vangelo nella destra' e i 'Sonetti romagnoli' di Olindo Guerrini nella sinistra, don Francesco ha dipinto la Romagna come mai nessuno è riuscito a fare. Le sue pagine ancora divertono e commuovono. Come queste. Ora che sono passati quarant'anni dalla prima edizione di 'L'ultimo anarchico', il libro curato da Walter Della Monica che consacrò la penna di don Francesco, e pensando ai moltissimi ammiratori della sua penna "poveretta", abbiamo raccolto questo mazzetto di elzeviri, tratti dalla rivista «L'Argine»: elzeviri raccolti, come fiori di campo, sull'argine ai quali il tempo non è riuscito a togliere profumi e freschezze [da "Per chi legge", nota di presentazione di Franco Gàbici].
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