Appunti leopardiani. Saggi, noterelle, divagazioni
"Angelo Fregnani ha abbandonato la filologia per la musica e, appena gli è stato possibile, la musica per la filologia? Non credo. Direi che in età giovanile ha tradotto in professione un suo talento, e in età più matura ha deciso di investire il suo patrimonio culturale, di buon conio venendo dalla scuola bolognese di Raimondi Mariotti e Mazzotta, a pro' dei suoi otia. Angelo Fregnani legge lo scritto in edizione critica; e se questa non lo convince va in cerca dell'autografo o della princeps, e se individua anomalie, prova a correggerle; studia e ama ciò che legge e proprio perché lo studia con amore vuol conoscere la genesi e il percorso evolutivo; sa bene che una cosa è il significato di una parola o di una frase, un'altra è il senso, per penetrare il quale non basta conoscere la singola lettera, o la singola lirica: occorre conoscere l'intera opera, e, a ritroso, l'occasione che l'ha ispirata, il contesto culturale in cui è nata e, sempre più a ritroso, il cursus studiorum di chi l'ha scritta, il suo pensiero, la sua poetica... Nel concreto, tutto quanto biografia e bibliografia mettono a disposizione. Angelo Fregnani è un leopardista." (dalla nota introduttiva di Pantaleo Palmieri)
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