Frutti dimenticati, frutti indimenticabili. Tradizione, biodiversità, cucina
I frutti dimenticati ricordano quella ruota della vita che non ha smesso di girare su se stessa e scricchiola senza fermarsi. Contengono alcuni ricordi infantili, evocano una natura fuori e dentro il tempo, colgono nomi e fiori e bacche, e rappresentano una civiltà che dopo aver perso memoria di sé, converte il lutto, la perdita in rivalsa e in uno strano piacere dal gusto acidulo e dolce, sconosciuto. Ieri, poi oggi, e quelle cotogne, quelle sorbe tornano all'attenzione, producono una nuova letteratura. La ruota gira, e per studiarne il moto ineguale, quello di una infinita spirale che si avvolge e si riapre, ci sono le pagine di Graziano Pozzetto tutte impresse con i piedi piantati in terra, nella medesima terra di Romagna. Ma forse oltre che una ruota è una macina nella quale vengono triturati i frutti, i prodotti, i cibi e i loro nomi per farne scrittura, per restituirli al piacere o al rimpianto dei lettori.
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