E se...
Tavolicci 1944: un eccidio, un miracoloso sopravvissuto, un nonno maestro di vita. Federica annota sul bel principio del libro: "Ho bellissimi ricordi di noi due insieme: contare trattori sulle colline circostanti nei pomeriggi più torridi, andare a caccia di lumache ogni volta che tornava l'arcobaleno, pestare l'uva nel tino conseguendo irrimediabili piedi viola o giocare mettendo sassi e foglie in fila sulla via di casa. Con te ho imparato a gradire l'odore della terra dopo la pioggia, il profumo dei fiori a primavera e la compagnia di grano e papaveri l'estate. Mi hai spiegato tante cose, mi hai fatta ridere, mi hai tenuta per mano. Per tutto, e per tutto quello che verrà, ti voglio bene. Sei stato chi, più di altri, mi ha fatto riflettere sul bene più prezioso: la Vita. Perché grazie a te l'ho conosciuta sotto un punto di luce che non avrei mai scoperto. Quando penso alla tua storia, mi rendo conto di quanto l'esistenza sia davvero appesa ad un sottile filo, di quanto sia precaria. Allora questo, è proprio per te. E per te e per chi si siede e legge".
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