Memorie di un piccolo appassionato viaggiatore
San Mauro a Mare, anni Cinquanta. Un macellaio con lo zinale da lavoro bianco indossato sta conversando con un turista danese. Parlano di viaggi, di Danimarca, di paesi lontani. Il nordico chiede al macellaio: "Se sei così appassionato perché non viaggi?". La risposta è semplice: "A causa del lavoro". Il danese sconsolato fa: "Se non viaggi ora, quando?... Quando sarai vecchio e non ne avrai più voglia?". Quel macellaio era Ezio Maioli. Era figlio di Primo un uomo attivissimo ed attento alle novità che gli aveva inculcato l'amore per il mondo attraverso la passione per la filatelia, una figlia l'aveva chiamata addirittura Libia. Così per non essere da meno anche Ezio chiamò una figlia Farida dal nome di una regina d'Egitto consorte di re Faruk. Non appena poté, viaggiò come militare volontario in Libia e Somalia. Dopo gli anni Sessanta si dedicò a viaggi e crociere in ogni parte del mondo. Verso il 1974 decise di scrivere le proprie memorie riguardanti non solo i viaggi, ma anche le avventure e gli avvenimenti della propria vita, dal 1911 col grande raduno aviatorio di Rimini, di cui è protagonista Romolo Manissero, fino al 1981 col racconto del viaggio in Grecia.
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