Eutanasia dei giorni
In una celebre lettera a Filippo Cabassole (Fam., XXIV,1), Francesco Petrarca registra l'angoscia di una vita nella quale tutto è un lento morire: "Continuamente moriamo, io mentre scrivo queste cose; tu mentre leggerai, ambedue moriamo, tutti moriamo, sempre moriamo". Questo intenso riferimento aiuta molto a comprendere lo spirito con il quale Francesco Tassinari stende le pagine doloranti e drammatiche di questi suoi quattro romanzi brevi, tutti tramati dalle diadi della speranza e della delusione, della vita e della morte, di Dio e del nulla, nella consapevolezza del perire di tutte le forme, infine - come dirà uno dei personaggi - nella certezza che "tutto è vuoto e niente". In questo orizzonte, il narratore mette in scena una molteplicità di destini e di figure, anelanti alla impossibile soluzione in un altrove che invano alimenta - se e quando ne siano capaci - la loro speranza.
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