A partire da omelie. Spunti d'analisi sociologica su prassi comunicative-formative
Il "problema" della comunicazione non è certo "problema" dell'oggi, seppure, riguardo ad esso, ad ogni oggi corrisponda un livello di complessità e di articolazione diverso e più ampio rispetto ad ogni ieri. I nodi al pettine, comunque, rimangono sostanzialmente gli stessi, appuntati sul che cosa, come, perché; ovvero, sul contenuto, le modalità, gli obiettivi dell'azione comunicativa. E ciò ad ogni livello ed ambito: anche a quello religioso. E perché, allora, non partire da omelie per capire come si configura - dal punto di vista sociologico - il processo comunicativo-formativo di cui le stesse sono strumento tanto diffuso e di così grande rilevanza? O più esplicitamente: in che modo l'omelia "riesce" nel compito suo proprio di spiegare e commentare le Letture della Messa ai partecipanti alla celebrazione eucaristica, cioè ai Christi fideles, chiamati - dopo l'ite missa est - a darne decisa e qualificata testimonianza, ovvero a tradurne i contenuti sostanziali in pratica di vita quotidiana?
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