L'inquietante intimità. Legàmi e fratture nei transiti migratori
Immaginate di essere stretti a una corda mentre il mare sotto di voi si gonfia e ondeggia paurosamente: per un tempo incalcolabile non sarete altro che una mano-corda, senza passato, né presente, né futuro… quando tornerete a vivere sarà rimasta una zona disanimata e morta, una ferita muta che attenderà di essere intesa da un altro apparato psichico che possa accoglierla. Così l’autrice introduce alle fratture, le contraddizioni, gli interrogativi inesauribili da un lato e le risorse insospettabili dall’altro del lavoro psicoanalitico nelle migrazioni. Fenomeno sfuggente, caratterizzato da un’estrema mutevolezza e capacità di evoluzione imprevista, oscillante tra un’invisibilità assoluta e una visibilità paradossalmente accecante. Al centro delle trasformazioni antropologiche più imponenti nell’Europa del III millennio, le migrazioni comportano profondi cambiamenti psichici individuali e trasformazioni delle dinamiche relazionali e sociali. Il lavoro psicoanalitico vuole mantenere quel necessario spazio di pensiero per riuscire a convivere coi legami, le fratture e le inquietudini che da entrambe le parti, sia per chi parte che per chi accoglie, accompagnano i transiti migratori