Pietre pillaccherose postume
"Su psiche e poesia. Sulla nascita di una nuova collana di versi. Sul mescolarsi di linguaggi, tra prosa, fotografia, musica, poesia, filosofia, storia. Sul futuro che è fatto sempre più di mescolanze e sempre meno di isolamenti culturali. La poesia di Piero si muove tra psiche e anima, iniziando dalla lettera "P" un viaggio, in cui ci si invita a non cercargli l'anima tra le righe, pur sapendo che noi, dispettose creature, da quel momento non faremo altro che cercare tra le righe quel suo "plusvalore", "Intimo Valore Aggiunto". Questa poesia, superati i varchi del tempo e del momento in cui è stata scritta, ricompattatasi in questa raccolta, ci indica a volte la strada ("ma il suo dito è senza mano"), senza mai presumere il tutto. Si mette a disposizione e ci mette a disposizione un sempre nuovo strumento, che non sapevamo più di possedere. Sfacciata, impertinente, monella, ironica, non si vergogna di usare quelle parole che il linguaggio corrente ha banalizzato o cassato dall'abbecedario della quotidianità. Piero mette in rima le sue favole. Poi, chiuso il quaderno poetico, le chiama "pietre pillaccherose postume". Inizia così questo viaggio." (G. Spinillo)
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