I tempi dell'Apocalypsis nova. Profezia e politica nei primi decenni del Cinquecento

I tempi dell'Apocalypsis nova. Profezia e politica nei primi decenni del Cinquecento

Il libro prende in esame l’Apocalypsis Nova, il testo profetico più noto tra fine Quattrocento e inizio Cinquecento, delineandone l’ambiente culturale e i tempi di stesura e riscrittura. L’opera, la cui fortuna è dipesa dal prestigio del beato Amedeo Menez de Sylva, e dalla leggenda che circondava l’apertura di questo libro, ha la peculiarità di essere immaginata come la rivelazione da parte dell’arcangelo Gabriele delle verità ultime che il pastor venturus avrebbe dovuto promulgare per la riforma della Chiesa. Tale peculiarità, e il differimento del tempo di apertura del libro, rendono il testo una sorta di chimera che giunge al tempo di Leone X, ultimo immaginario designato della profezia. Il lavoro evidenzia, nel dispiegarsi di differenti tempi, come il testo apocalittico sia stato confezionato, manipolato e usato come mezzo per indicare una prospettiva di riforma della Chiesa, alla prova della nuova epoca che si inaugurava con l’aprirsi del nuovo secolo.
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