Dalla noia alla gioia mediante la retta ragione e il verace amore. Breve excursus del viaggio immaginario ultraterreno di Dante Alighieri
Prima ancora che fosse uno dei temi principali nel Canzoniere di Francesco Petrarca all’inizio dell’era umanistica, la noia era già stata considerata da Dante Alighieri fonte di tutto il male che esiste nel mondo. Ed è questo che viene dimostrato nel presente lavoro, seguendone lo sviluppo nella prima cantica della Divina Commedia (cioè nell’Inferno), e quindi indicandone brevemente il superamento mediante la retta ragione e il verace amore nelle seguenti due cantiche (ossia nel Purgatorio e nel Paradiso). In reazione a certa critica arbitraria contenuta in alcuni testi pubblicati in tempi recenti e stimolata da ideologie contemporanee che mal si addicono all’andamento del mondo presentato da Dante nella Divina Commedia, si è cercato di fare migliore luce sul vero carattere di alcuni principali personaggi che appaiono nell’Inferno (come: Francesca dei Polenta, Ulisse, Ugolino della Gherardesca, ecc.). Infine, nel concludere questo breve excursus del viaggio immaginario ultraterreno di Dante Alighieri, si è sentita altresì l’urgenza di fare almeno un accenno all’annosa questione del giudizio critico sul Purgatorio e sul Paradiso, concernente una supposta scarsità del loro valore poetico, nei confronti di quello che si riscontra nell’Inferno; giacché, se tutto il male quivi presentato è promotore di grande poesia, il bene decantato sia nel Purgatorio che nel Paradiso è indubbiamente ispiratore di alta e sublime poesia; che, per essere appercepita – ossia, intesa e gustata – richiede, naturalmente, una buona conoscenza della Sacra Scrittura e della teologia dei Dottori della Chiesa Cristiana Cattolica, insieme a uno spirito disposto alla meditazione religiosa.