Il fascino del male. La cacciatrice di anime
Un calore ardente mi avvolse da dietro. Mi fermai e per un momento godetti di quella sensazione prima di voltarmi. Reyes aveva messo entrambe le mani sul bancone, reggendosi ai miei lati. Mi appoggiai all'indietro e mi concessi il raro lusso di guardarlo e basta. La sua bocca carnosa era decisamente la cosa più sensuale in lui, tanto invitante da attrarre baci. E contornati da ciglia talmente spesse e scure da far brillare per contrasto le chiazze verdi e dorate dell'iride, i suoi limpidi occhi castani erano materiale per le fantasie di ogni ragazza. Fermo e deciso, il suo sguardo tenne il mio prigioniero, mentre le sue dita afferravano un'estremità del cordoncino dei miei pantaloni della tuta e tiravano. Poi lui mi guardò la bocca, come un bambino in un negozio di caramelle, e fece scorrere le dita lungo la cintura per slegarli. Come sempre la sua pelle era rovente contro la mia e mi domandai se fosse il risultato del fatto che era incorporeo ma ancora vivo, o del fatto che fosse nato tra le fiamme dell'inferno.
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