«Acqua miti e rovine». Luciano Sciommari
Le immagini, immobili, si distendono nella quiete del silenzio atemporale di repertiarcheologici, significativi del nostro retaggio; così Luciano Sciommari si cimenta con le atmosfere del passato, nelle quali l'oggetto dell'analisi acquisisce un'aria evanescente ma di grande intensità. Sono visioni decise, che tendono alla dissolvenza estrema mentre si appropriano della superficie e le imprimono il vigore di architetture dalla purezza geometrica e dalla severadignità classica, della quale l'artista con decisa gestualità ne vuole afferrare l'intima essenza per affrontare in rinnovato processo creativo le tracce di un passato del quale essere orgogliosi. I frammenti di "classicità", modelli espressivi ai quali fanno riferimento le sue opere, sono schegge di memoria che affiorano a livelli di coscienza e di subcoscienza. In un gioco di dinamiche conoscitive, l'artista sa collocarli in luoghi privi di riferimento e, perciò, assoluti ed in "tempi atemporali" dove la Storia può liberarsi dalle sue valenze di razionalità e diventa il portale di accesso ad un mondo parallelo, dal quale emergono come icone archetipiche.
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