L' altro divino. Grotte e caverne nel simbolismo magico-religioso
I disegni e le sculture che decorano le grotte preistoriche avevano un carattere rituale, svolgevano il ruolo di santuario, teatro per cerimonie magiche. Luoghi simili non furono solo sede di oracoli ma pure di santuari iniziatici. Le personificazioni degli elementi, Pan, Demetra e le Ninfe, additavano per bocca dei loro sacerdoti le vie dell'ascenso spirituale. Le caverne di Dioniso, di Attis, di Adone con i loro abissi infernali e le loro porte ipercosmiche, gli antri di Mithra con le loro decorazioni astronomiche, furono santuari iniziatici dove si insegnò la gnosi stoica e la teologia dell'Etere. Dagli "uomini delle caverne" agli Gnostici cristiani, non c'è interruzione; tutti concepirono l'antro come un compendio del Cosmo, come l'anticamera degli inferi e dei cieli. Spiriti semplici, arditi e sintetici, cercarono la luce nelle grotte e dopo averne riconosciuto i mille aspetti e manifestazioni, le ritennero il principio di tutto, l'anima chiara dell'universo oscuro. A questi profondi pensieri, a questo antico panteismo, associarono un doppio insegnamento, profano e iniziatico, e una doppia regola di vita, comune e ascetica.
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