Italo Calvino e i cavalieri fantastici
Il volume è un percorso all'interno di quella narrativa calviniana specchio della tensione dell'autore verso la creazione di personaggi positivi ed eroici, modelli per l'uomo moderno che deve recuperare un ruolo attivo nella Storia. Se nell'immediato dopoguerra il neorealismo imprigionava gli artisti nella necessità di una produzione impegnata, Calvino sfugge a questo imperativo esaltando i valori della mobilità, della rapidità, dell'azione e li racchiude in personaggi attivi, idealisti e indagatori. Tuttavia gli avvenimenti storici, le delusioni, ma anche i viaggi e i nuovi incontri mutano la prospettiva con cui l'autore tratta l'archetipo del cavaliere, il quale abbandona la storia civile per proiettarsi in uno spazio meta-temporale e meta-letterario. Nel percorrere la strada della riattualizzazione del mito cavalleresco Calvino non esita a ricorrere a una delle più marcate attitudini narrative tardo-novecentesche, la riscrittura, che lo porta ad attingere non solo alla tradizione letteraria nazionale (Ariosto in primis) ma anche a quella internazionale (dal Don Quijote all'avanguardia francese de Les fleurs bleues), in un fecondo connubio di topoi cavallereschi e fantastici.