Report. Culture della critica
In una lettera di Samuel Beckett, a Mania Péron, 27 luglio 1953, ci si imbatte in queste parole: «Letto quanto segue negli annunci matrimoniali: Pecora nera delusa dalla vita sposerebbe capro espiatorio vittima di guai.» Ecco il libro ideale, una raccolta di annunci simili, fra cronaca, letteratura, dramma e farsa della vita. Report - si parva licet - vorrebbe essere uno zibaldone un po' beckettiano. Un quadernone abbastanza libero. L'indice analitico, registrando ogni voce, guida il lettore a vetrine e vetrinette, e a ogni altro stand in mostra. Sulla critica e il suo esercizio quotidiano, non solo in letteratura. Critica come training mentale di ogni ora, reattività a ogni stimolo che voglia attenzione, riflessione, giudizio. Immersi in un magma (meanstream) di messaggi, immagini, segnali, a cui, bene o male, siamo costretti a rispondere e a variamente corrispondere. Un antropologo americano, Joseph Henrich, ha suggerito che gli occidentali siano le persone più strane del mondo. Weirdest people in the world. Il libro cattura, fra pecore nere e capri espiatori, qualcuna di queste stranezze, evidenti dove si parli di cultura. (...)
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