Anni di attesa
"Se la presenza del fascismo, a scuola tra banchi e cattedra quanto, e non meno pesante, nelle vie del Galluzzo e di Firenze, lievita in odore e nitore e sbigottisce la vita del giovane diarista, non riesce tuttavia a scandirla, e non vi s'infiltra a condizionare l'humus di una fresca e costante apertura all'autentico svelamento dell'esistenza e dell'essere; lo scrivente, anzi, fa della parola e della bella e libera e fantasiosa linea frastica l'arma del dubbio e della ribellione, ossia dà lama e guizzo alla vincente arma della cultura, e - tra incantamenti e febbri, speranze e timori, attese e disillusioni, visioni sublimanti e salvifici bagni in labirinti lessicali e argomentativi - esplora e scevera l'incandescenza del suo momento, del suo trovarsi al mondo, del suo vibrare in sé e negli altri, ora con un alluso e leggero sospiro proustiano, ora con tonalità monellesche persino un po' collodiane e un po' alla Luigi Bertelli in arte Vamba, ora sembrando quasi uscire dalle drammatiche fessure del pratoliniano Scialo." (Rodolfo Tommasi)
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