L'incantato
"Di questi racconti, uno è un'educazione alla cura o, se volete, alla paternità. Uno è un'educazione alla morte. Uno alla solitudine. E l'ultimo è un'educazione sentimentale. Il primo parla della scelta, il secondo della gelosia, il terzo della vocazione, l'ultimo della giustizia. Nel primo e nell'ultimo una storia d'amore si compie prima di cominciare; nel secondo e nel terzo un maestro e un discepolo si perdono prima di essersi trovati. Se invece di racconti fossero canovacci per un teatro di marionette, tre marionette sarebbero generalmente sufficienti per rappresentarli: un anziano, un giovane, una ragazza... L'anziano a volte è saggio, a volte no; la ragazza ora sale verso le note acute di una bambina, ora scende verso le note gravi della maturità; il giovane non ha che sette note a disposizione e le canta come può. Se tutto questo ha un senso, non saprei dire. Penso anch'io, come Tristano nell'ultimo racconto, che l'interpretazione sia il diavolo, e che ogni storia percorra, col cuore in gola, la superficie." (Ginevra Bompiani)
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