Idiota è una parola gentile
Una mattina il telefono squilla all'improvviso e sai che tuo padre è morto. Per Giaime, che vive riparando biciclette nel quartiere trendy del Pigneto, semiperiferia romana, si spalanca l'abisso. Debiti, enigmi e marciume sono l'eredità che il padre Carlo ha lasciato. Carlo l'ubriacone, il donnaiolo, il giocatore d'azzardo, l'ex carcerato. Carlo, che lo ha sempre considerato un fesso e un rompiscatole, un idiota, e che forse non lo ha mai veramente amato. Giaime, generoso e insofferente di fronte alla violenza e ai soprusi, dovrà strappare con i denti la giornata e caricarsi sulla schiena la responsabilità della famiglia, fronteggiando i segreti e le minacce che affiorano dal passato di Carlo, gli sciacalli che approfittano della situazione e i criminali che insidiano le persone che ama. E dovrà farlo da solo, per dimostrare che lui non è come suo padre, che vuole essere responsabile e forte, una persona pulita. C'è una luce però in mezzo al caos: è il bagliore dei capelli rossi di Lena, che si avvicina a Giaime e lo spinge a leggere un libro gigantesco e 'impossibile', L'idiota di Dostoevskij. Accompagnato dalla lettura sempre più appassionata del romanzo russo, Giaime si immerge nel magma delle vite di suo padre, dei fratelli, delle donne amate, fino a scoprire verità sorprendenti e finalmente la sua strada. Con un linguaggio diretto e senza retorica, Palazzo racconta la storia di un antieroe molto umano, una storia intensa di crisi e rinascita, squarciata da sentimenti profondi e imprevedibili.