Entropia del cuore
Dopo i 1254 versi del poemetto "Gli anni di Cristo", - pietra miliare del suo percorso letterario - definita da Giorgio Bàrberi Squarotti come "opera grandiosa e drammatica, accesa da una religiosità corrusca di straordinaria intensità e verità. Discorso poetico altissimo fra tragicità e luce. Culmine ben raro nei nostri tempi (e anche in passato)", Lerro torna alla frammentarietà lirica, raccontandoci l'entropia dell'amore, che illumina e devasta al contempo il cielo interiore. Come scrive Carla Perugini nella prefazione: corpo e anima, principio e fine, promesse e infedeltà, rispetto e tradimento, tutto l'eterno repertorio di ogni storia d'amore che in ciascuna sua reincarnazione si sente unico e primigenio, rimanda a una condizione di esistenziale sconforto, compensato da promesse e memorie rinnovate di felicità.