Mail-non mail
Per Roland Barthes la poesia è il significante dell'ineffabile e del sensibile, è la classe delle cose inclassificabili: questo è il paesaggio visivo che lasciano i versi di Lia Rossi, autrice che ha sempre teso alla parola "esatta", scavata nel diritto di essere breve, essenziale, lampante, libera dal dover essere interpretata, semplicemente liberata. "Mail-non mail" si configura come scambio tra due personaggi indistinti, che si fanno scrittore e lettore alternativamente, in una via di affermazione e negazione continua, "lo racconti o non lo racconti", mail-non mail, "lettera intera che racconta lettere infinite": è la parola che "prende parola", e "prende il mare", che via via è "baia", "altalena", "pulsante" "pavone bianco", "volo", è "l'ala arancio piuma perfetta", è "l'angelo di spalle". Il viaggio della parola di Lia Rossi è in questo reticolo di mail, tessuto in progressiva esplosione di una simulata realtà di scambio soffuso e intricato, la cui essenza è talmente pregnante da arrivare al di "là sul greto di qualsiasi fiume" , e quel che è "rivale", è il componimento raggiunto.