Concerto per aforisma (quasi) solo
"L'oggetto di sacrificio dell'aforisma è la banalità della parola. Come se separandole, rarefacendole (facendole rare), evidenziandole, raggruppandole in modo inconsueto e anormale, fosse possibile riverginare le parole, restituire loro un significato fortissimo e sacro che, forse, esse in origine possedevano, prima di essere consumate dal loro stesso significare, reiterato e dunque sempre più automatizzato. Infatti leggiamo: "Se il senso del parlare fosse il riflettere forse potremmo liberarci di tante parole inutili". E assai significativo che un tale sforzo provenga da un giornalista professionista, obbligato dal suo mestiere alla chiarezza e alla brevità, nonché a scrivere subito e di corsa, concentrandosi sulla capacità denotativa e descrittiva delle parole (ma dunque di necessità trascurando il valore intrinseco ed evocativo delle parole stesse)..." (dall'Introduzione di Raul Mordenti).
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