Il venditore di giocattoli

Il venditore di giocattoli

"Non avremmo mai dovuto, invece, chiacchierare di questi argomenti. Io ti pago per fare il venditore e non per cacciarti in mezzo ai guai. Un venditore pensa solo a vendere e a nient'altro". Il venditore di giocattoli, protagonista di questo romanzo, deve pensare solo a firmare contratti. Questo è il suo ruolo e nella società della tecnica non è ammesso uscire fuori dagli schemi. Per quanto sia lontano dalla politica, per quanto sottolinei subito che "a lui la politica non interessa", questo venditore, attraverso un suo personale e difficoltoso esodo nella città di Torino, appare quasi inseguito dai "fatti loro" e alla fine una decisione la deve pur prendere. Proprio lui, che ama definirsi "l'Indeciso". Il contrasto tra il prodotto che vende, simbolo dell'infanzia e dell'innocenza, e il mondo degli affari, spesso spietato, mette in crisi il "venditore di giocattoli". Quasi che nella ricerca della sua identità, egli trovi assurdo e persino comico il vento secessioni! sta di un Nord immobile nella sua continua affermazione dei propri confini culturali.
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