Cinema come poesia. Capitoli sui bordi di un'immagine
Attraverso una serie molteplice e suggestiva di prospettive e la presentazione di una polifonia mobile e vasta di casi, questo libro entra nel vivo di uno dei nodi più incandescenti della prassi filmica e dello stesso pensiero sinestetico che sovrintende ad essa. La questione, vale a dire, di una dialettica specularità delle forme cinematiche nei confronti di quelle letterarie, e più in particolare poetiche. Un rapporto in cui, nell'assumere i modi e le tensioni del linguaggio altro, un linguaggio (quello filmico, ma non meno, quello letterario) giunge a riconoscersi scoprendo la propria stessa alterità. Attingendo a quel fuoco metamorfico, che lo spinge oltre se stesso per lasciar spazio alla sua materia di visione. Fino a dar vita a individui estetici dotati di un'unicità sempre nuova, spesso "inclassificabili" ma sempre in dialogo gli uni con gli altri, quasi una comunità eterogenea e, per questo, tanto più dinamica.