In Irpinia prima dell'Unità. Ne more pecoris otio transfungere
L'approfondito e molto documentato studio di Edmondo Pugliese si propone, anche in considerazione dei limiti che caratterizzarono il percorso unitario e la gestione dell'Unità nazionale, di evidenziare che i Borboni, sul piano economico e culturale si avvalsero dei validi contributi tecnici dei migliori esponenti del ceto intellettuale irpino, quali De Renzi, Gussone, Pionati, Cassitto, Mannella, De Bellis, ecc. Si venne a creare così una sorta di "cultura del territorio", fatta di conoscenze legate al settore agricolo ed agroalimentare che si sarebbe perduta all'indomani dell'Unificazione Nazionale, quando il governo dei Piemontesi oltre a smantellare le industrie del Sud, determinò anche il declino dell'agricoltura.
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