La Rossina. Storia fiorentina del secolo XVII
Giuseppe Bandi dà alle stampe il romanzo "La Rossina. Storia fiorentina del secolo XVII" prima in appendice al giornale La Nazióne nel 1875, poi come libro, presso la Casa Editrice Le Monnier, nello stesso anno e nel 1890 (ultima data di pubblicazione). Bandi si inserisce in un filone nella sua epoca assai battuto, con esiti diversi, quello cioè del romanzo d'appendice, riuscendo, sia nei contenuti che nella forma, a conservare una propria peculiarità data dalle indubbie qualità di narratore e dalla verve derivante dal suo spirito toscano. Infatti, sebbene non sia esente da qualche eccesso retorico, tributo ai gusti allora imperanti, scrive in una lingua non manieristica, piacevole a leggersi, vivace e fortemente espressiva, legata al parlato, ravvivata da estro e ironia che traspaiono nei coloriti usi idiomatici e nei motti di saggezza popolare che arricchiscono il modo di esprimersi dei personaggi. L'opera tratta di una vicenda non banale, né priva di implicazioni significative anche per l'oggi, che si svolge nella Firenze (ma anche a Roma, nel Lazio e a Livorno) di un secolo, il Seicento, di cui viene tratteggiata ulteriormente, dopo quanto emerso nel capolavoro manzoniano, la drammatica realtà umana, sociale e politica: siamo di fronte a un romanzo storico popolare dotato di una dignità formale e di un meccanismo narrativo di sicuro valore e di forte suggestione, e, quindi, meritevole di essere riproposto anche a un lettore contemporaneo, che potrà apprezzarlo, supportato dalle oltre settecento note a piè di pagina, e rivalutare così un libro purtroppo trascurato di un toscano di vaglia.
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