Il mito della grande Italia tra prima guerra mondiale e nascita del fascismo
L'Italia tra le due guerre si è nutrita di miti e di mitologie. Non antichi, ma moderni. Forgiati nel crogiuolo terribile e rivelatore della guerra. E se anche nei loro presupposti teorici questi miti (il cameratismo, l'azione, la violenza, la razza, il nazionalismo, la patria) non sembra possano risorgere perché superati dalla storia che ha imboccato ben altre strade, essi però diedero inizio ad altre esplosioni le cui scie luminose e il cui boato ancora si vedono e si odono nella vita sociale e politica italiana. Così come gli anni della gestazione e dell'affermazione del fascismo rimangono per molti aspetti paradigmatici per comprendere le dinamiche profonde dell'Italia e degli italiani, della loro mentalità come dei loro comportamenti sociali e politici. Indice del volume: La Grande Italia dei prigionieri e dei caduti. Vittime ed eroi della Grande Guerra di Bruno Meucci; La partecipazione di Figline e Incisa Valdarno alla Grande Guerra. Testimonianze di Massimo Pandolfi; Giovanni Gentile filosofo e ideologo del fascismo di Maurizio Schoepflin; Dopo la catastrofe. La letteratura agli albori del fascismo di Carmelo Mezzasalma; Immagini del fascismo. Brevi suggestioni e cronologia sintetica dei primi anni del fascismo, 1919-1925 di Giovanni Meucci.
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