L'anima mia ha sete di Dio. Suor Maria Lucrezia Occhipinti, serva dei poveri
Nel solco del carisma della beata Maria Schininà, l'esperienza umana e spirituale di suor Lucrezia Occhipinti ci raggiunge come una vera provocazione: un'esistenza letteralmente "rapita" da Dio, che l'ha chiamata fin dai primissimi anni di vita, e che pure, anzi proprio per questo, è stata una vita interamente donata al prossimo, tanto da meritarle, soprattutto a Vittoria, città cui è maggiormente legata la sua memoria, il titolo di "serva dei poveri". Avventurarsi nella lettura delle memorie di suor Lucrezia significa entrare in un mondo in cui il soprannaturale è davvero "di casa" e dove l'appello evangelico all'amore e al dono di sé risuona in tutte le possibili tonalità: un giardino nel quale Dio passeggia come già nell'Eden, ma dove gli ospiti per eccellenza sono soprattutto i poveri, e dove non c'è nessuna distanza, come direbbe san Vincenzo de' Paoli, tra il momento più intimo di incontro con il Signore e la carezza o l'abbraccio dato a una persona sola e disperata o a un povero dimenticato da tutti. Davvero, in suor Lucrezia la sintesi tra azione e contemplazione ha trovato una sua forma compiuta e convincente.
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