Ladro di macchine

Ladro di macchine

"Se avessi un migliaio di dollari vi comprerei, a voi due". Così canticchiava Mrs Komareck ad Alex e a suo fratello Howard quando erano piccoli e lei badava a loro. E il primo ricordo che Alex ha in riformatorio, dove si trova per aver rubato quattordici macchine, l'ultima una Buick del 1959. Un ricordo tenero in una vita da adolescente inquieta e ingrata. Come è difficile vivere negli anni Cinquanta a Detroit, la città delle industrie di automobili e di chi ci lavora, dove le strade esalano gli odori e i fumi della meccanica e l'inverno del Michigan ricopre di bianco ogni cosa. Avere sedici anni e vivere con un padre che alza troppo il gomito, sentire una spina che punge il cuore senza sapere dove comincia la strada per la ricerca di una qualche specie di felicità. Questo è Alex: una famiglia che non è un nido caldo, ma piuttosto quel che rimane di un oggetto esploso, il desiderio bruciante per Irene Sheaffer, la malinconica ricerca di un proprio posto nel mondo, di uno specchio in cui un giorno si potrà guardare e riconoscere. Theodore Weesner esordì con "Ladro di macchine" agli inizi degli anni Settanta, ripercorrendo nella vicenda di Alex quelle che erano state la sua infanzia e adolescenza, e fu un inatteso successo da 500.000 copie. Con la rara capacità di cogliere le ansie di un'età e di disegnare i contorni sociali e ambientali della città industriale di Detroit, "Ladro di macchine" è il racconto commovente eppure schietto di un ragazzo e del suo mondo...
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