Basta zercar. Sinistra, traslochi, Partito Democratico
Un affastellarsi di luoghi comuni, ecco come rischia d'essere dipinta l'Italia di oggi. Un'immagine del Bel Paese inventata da noi stessi, salvo restarne schiavi: il genio del lavoro e della creatività, isolate manifestazioni d'eroismo. Le maschere di Sordi e Villaggio. Le icone di Falcone e Borsellino. E poi Ferral e Ducati, Armani e Dolce&Gabbana. I miti della velocità o della bellezza, quasi a marcare l'assenza di normalità. Costretti a scegliere tra santini e canaglie. Orfani dell'abitudine mediana. Seguendo questa direttrice abbiamo perso irrimediabilmente qualcosa. Il senso comune. L'opinione pubblica. Una qualche capacità di autocritica. Ecco perché Gianni Cuperlo esponente del Partito Democratico - fa un passo indietro e ripensa alla storia recente dell'Italia e del centrosinistra, chiedendosi cosa si poteva fare (e cosa può ancora esser fatto) per restituire a entrambi un'idea del paese e alcuni valori condivisi. Una riflessione appassionata, un bilancio sincero su una parabola politica che non è conclusa e che - se capace di rinnovarsi - può avere ancora parecchio da dire. A cominciare da quei problemi nazionali (le distanze tra Nord e Sud, la sicurezza, il senso civico e le regole sociali) che decideranno, nel bene o nel male, dell'avvenire di tutti.