La fermata
Questa è la storia di un uomo, un medico, un marito, un padre. Su un treno che, invece che correre verso sud, è fermo, è notte e piove. Tutto è immobile e in attesa. C'è l'atmosfera perfetta per ritornare indietro nel tempo, soprattutto quando il protagonista della storia è un uomo di cinquantotto anni e stanco. Quanti occhi spauriti passano davanti a quelli, apparentemente sicuri, di un cardiochirurgo. Quanti persone e quanti insuccessi. Si comincia con gli anni di giovinezza, o meglio di crescita, fatica, solitudine. E poi arriva la maturità, l'esperienza, la sicurezza acquisita. Anche se una cosa non cambia mai: il silenzio dei pazienti, segno di paura, dignità o sofferenza, e la loro vita nelle tue mani. Il silenzio dei pazienti è giusto, la fretta dei medici non lo è altrettanto. I pazienti non sono stati dimenticati, ad ognuno di loro è dedicato un capitolo di questa bella storia. Alla fermata la vita sospende il suo corso e allora si può guardarla, forse per la prima volta, dall'esterno.
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