Ricordati di me
Marta, madre di due figli, viene ritrovata senza vita all'interno della propria abitazione, strangolata con un cordone da tende. Il commissario Vinciguerra, tipico poliziotto disilluso e solitario, interroga il marito della donna, Andrea, l'unico sospettato, pur non essendo convinto che la soluzione del caso sia così semplice, e per questo gli chiede di aiutarlo a creare un identikit della vittima. Ma Andrea sa bene che Marta era molto diversa da quella che sembrava, con quelle fattezze che la facevano assomigliare più a una bambina che a una donna. Il profilo di Marta, dunque, può essere redatto soltanto sulla base di come lei era in grado di vedere se stessa, forse lo stesso modo in cui l'ha vista l'assassino prima di ucciderla. Inizia così un complesso viaggio nella mente di Marta e di Andrea, mentre Vinciguerra, scosso per tutta la vicenda, è consapevole che non riuscirà a darsi pace finché non avrà trovato il vero colpevole. Sullo sfondo di un romanzo giallo, una rilettura della filosofia di Schopenhauer e un parallelismo con Pia de' Tolomei, vittima del marito o forse, proprio come Marta, semplicemente della propria innocenza.
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