Omero
"Omero" di Maria Marchesini (1896-1933), carissima amica di Ada e di Piero Gobetti, sembra quasi scritto di getto, sull'onda di una lettura partecipata e commossa dell'"Iliade", in una volontà di condividere immediatamente e spontaneamente pensieri e impressioni senza la mediazione di riferimenti eruditi. L'autrice sottolinea il grande respiro unitario del poema, identificato in una visione ciclica della giustizia basata su un "fondamento etico religioso", dove gli eroi omerici diventano simboli umani universali e senza tempo. Il libro fu trascurato dagli studiosi, ma, recensendo un'edizione postuma degli studi della Marchesini ("Omero", "l'Iliade e l'Odissea: due saggi critici", Bari, Laterza, 1934), Gaetano De Sanctis invitava a non cercarvi "l'ardua problematica che travaglia noi vecchi critici di Omero" e lo indicava ai giovani per "la freschezza delle impressioni che la lettura di Omero desta in uno spirito dotato di rara sensibilità artistica e squisita finezza di gusto".
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