Quel pezzo di stoffa in più
Perché le donne abusate nell’infanzia hanno paura di “dare voce” al proprio dolore anche quando ormai sono adulte? Per senso di colpa e vergogna: pagano caro il prezzo della propria “ingenuità” (come nel caso di Abigail) o della propria “vulnerabilità” (come nel caso di Costanza); o ancora per paura di non essere credute, di essere giudicate e colpevolizzate; per paura di rendere reale l’abuso perché lo si dice ad alta voce; per paura delle conseguenze o semplicemente per il forte desiderio di dimenticare. All’interno di questa cornice, si evince chiaramente l’importanza che una buona relazione, basata sulla sintonizzazione emotiva, assume nell’accompagnare la persona verso il suo processo di “guarigione”, volto non a modificare quanto le è successo, ma a imparare a guardarlo con nuovi occhi, occhi più compassionevoli, e a riscoprire il proprio sé autentico. Solo questo può consentire alla persona di fidarsi e affidarsi, condividendo i suoi “pezzi” più delicati e dolorosi e permettendosi piano piano di “toccare” con grande stupore quelle emozioni conservate nel silenzio. (dalla prefazione di Marta Alescio)