Zeroellode. Quella cosa che chiamano università
"Università? No, grazie". O "Università, se la conosci la eviti". Avrebbe potuto essere uno di questi il titolo di un libro che mette a nudo vizi di forma e di condotta dell'italico esamificio, il tutto in una serie di eventi che sfociano nell'assurdo più grottesco e nell'ingiustizia più gratuita. In questo libro sono riportati alcuni episodi grotteschi, al limite del paradosso, che l'autore ha vissuto in prima persona quando ha avuto a che fare con "quella cosa che chiamano università". Tra le righe si coglie un duplice stato d'animo: l'iniziale illusione dell'utilità della laurea in sé, in particolare quella umanistica, e la conseguente disillusione che niente era come preventivato. Ma soprattutto la volontà di mettere al corrente coloro che stanno per iscriversi all'università di cosa è altamente probabile che trovino all'interno di quelle mura. L'invito, se così si può chiamare, è a ridimensionare di molto e da subito le aspettative nei confronti di tale istituzione e a rendersi conto che la fiducia va ad essa concessa col contagocce.
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